“Do Do Sol Sol La La Sol” – letteralmente le note di Brilla Brilla La Stellina – è un drama coreano del 2020 disponibile su Netflix con protagonisti Go Ara (Reply 1994, Black) e Lee Jae Wook (Memories of the Alhambra).
Iniziamo col dire che Do Do Sol ha due considerevoli pregi: il primo è che essendo una serie basata sul pianoforte, vince a mani basse comunicando i vari stati d’animo attraverso pezzi di musica classica molto noti (vedi: i protagonisti si confessano a vicenda suonando a quattro mani); il secondo è quello di essere un prodotto pensato, scritto e realizzato per svuotare la testa dello spettatore durante sessanta minuti ininterrotti.
Niente di meglio per chiudere la giornata di lavoro: accendere il monitor, accedere a Netflix e dire addio ad almeno tre/quattromila neuroni tutti in una volta.
Capirai che novità, direte voi, ed effettivamente di nuovo non c’è proprio nulla. Forse solo i capelli aranciati della protagonista o il finale orrendamente mutilato… ma arriviamoci con calma.
Di elementi carini e glitter felici questo drama abbonda: circa il novanta percento dei cliché coreani è concentrato in 16 episodi che scorrono relativamente bene fino al temutissimo undicesimo episodio, zoccolo duro di tutte le serie coreane. Per darvi un’idea, nel minestrone del giorno abbiamo:
Female lead figlia di papà, tonta nell’anima e incapace di allacciarsi le scarpe ✔
Male lead giovane, attraente e dal passato misterioso ✔
Second male lead agguerritissimo e anche incomprensibilmente innamorato di una ragazza che a malapena conosce ✔
Parenti malati ✔
Ajummas di quartiere ficcanaso ✔
Personaggi secondari carini e patatini ✔
Madre (di lui) con la cazzimma ✔
Storia semplice e scorrevole, con numerose cadute di lei tra le braccia di lui senza alcun senso ✔
Ra Ra (o La La che dir si voglia) è una talentuosa pianista di ventiquattro anni che decide di abbandonare la carriera musicale per dedicarsi interamente a una vita fatta di shopping, karaoke e chihuahua in borsetta. A differenza di altre pianiste rappresentate nei drama lei non spicca né per intelligenza (Secret Love Affair, Corea del Sud 2014) né per stravaganza (Nodame Cantabile, Giappone 2008), tutt’altro: è la rampolla di una ricca famiglia, ovviamente orfana di madre e assistita in tutto e per tutto dall’immancabile Segretario Kim di turno.
Che sia chiaro: Ra Ra non è una ragazza sveglia, né particolarmente carismatica, ma è “carina” e questo a quanto pare basta e avanza a tutti gli altri personaggi per gravitarle intorno stile satellite. Ritengo anzi che sia preoccupante riuscire a immedesimarsi nel suo personaggio, visto che non splende per quoziente intellettivo né per alcuna dote in particolare, a parte quella di suonare il piano ovviamente.
(Sì, ok, sono una hater dei personaggi candidi & principeschi, che ce posso fa’.)
Il primo episodio getta le basi per quello che vedremo durante la serie: su consiglio di paparino, Ra Ra accetta di sposarsi con uno sconosciuto ma ricco dottore. Lei non si fa troppe domande e in men che non si dica eccola bianca e splendente nel vestito da sposa di pizzo e merletti.
Il fattorino del bouquet si rivela essere il first lead, il misterioso Sunwoo Jun che a soli quindici minuti dall‘inizio dell‘episodio le si pianta a un palmo dalla faccia sussurrandole “non farlo” regalandoci dei feels immediati e inaspettati.
Si conferma la regola:
scena-fronteggiamento-protagonisti nella prima mezz’ora sta a feels, come scena di sesso random sta a qualsiasi serie HBO moderna.
Più facile di così! Funziona, ci piace.
La trama acquista velocità con una serie di sfortunati eventi che tempestano la vita di Ra Ra tutti insieme: il padre muore d’infarto sulle scale della chiesa, il promesso sposo instant-cancella il matrimonio dopo aver visto sfumare ogni possibilità di profitto e il Segretario Kim consiglia a Ra Ra di fuggire prima che gli sciacalli divorino l’azienda in fallimento del padre.
La protagonista resta dunque senza famiglia e senza dimora con in mano un gruzzolo di contanti datole dal Segretario Kim e le chiavi di una macchina di un colore discutibile soprannominata “Ju Ju”. Dall’alto della sua esperienza di vita, decide di acquistare una casa in campagna ma finisce per rivelarsi una truffa, capitolando di nuovo in mezzo alla strada.
In galoppo a Ju Ju, investe il first lead e si schianta contro un guard rail rompendosi entrambe le braccia.
Sì, avete letto bene: pianista braccia rotte. Non fatevi domande. Bisogna accettare il flusso di Do Do Sol Sol senza mai farsi domande.
Il nostro Jun è costretto allora – da buon first lead sexy & samaritano – ad accollarsi le spese mediche di Ra Ra, fiducioso del fatto che lei sia una talentuosa pianista e che un giorno ripagherà i debiti con gli interessi.
E chi sarà mai il dottore che cura le sue ferite se non il second lead? Tale Cha Eun-Seok (Kim Joo-hun, It’s Okay to Not Be Okay), ortopedico sulla quarantina inspiegabilmente folgorato dalla bellezza di Ra Ra, ma che in realtà cela il segreto di essere anch’egli un pianista nonché seguace delle bizzarre esibizioni della nostra protagonista, che soleva interrompere gli spettacoli per riprodurre il ridicolo motivetto di Brilla Brilla La Stellina in barba all’ingessata classe alta di Seoul (ok forse non era esattamente così, ma lasciatemelo credere)
Ra Ra si installa a casa di Jun ed ecco il quadro “Rom-Com con obbligo di convivenza” completo come da manuale. Jun è un ragazzo indipendente e solitario, in perfetto Stile Tronky © duro fuori e morbido dentro, di cui non si conosce né l’età né la provenienza.
Long story short: è minorenne, milionario (cheabolino ogni minestra) e in fuga dalla gabbia ora-et-labora dell’aristocrazia coreana. Il motivo della sua latitanza è la morte del suo migliore amico (anch’egli fan di Ra Ra) insieme all’asfissiante onnipresenza della Madre/Matrigna che decide per lui anche il colore dei calzini.
Ra Ra è debitrice di Jun che a sua volta è infatuato di Ra Ra, niente potrebbe andare male se non fosse che esce allo scoperto la ragione del suo essere magnanimo, ovvero il senso di colpa per la morte dell’amico e il desiderio di portargli onore proteggendo qualcuno che per lui era importante quando era in vita.
Mio caro Jun, fattelo dire: sei proprio contorto.
(Poco importa, Ra Ra è rincoglionita e non realizza di aver conosciuto Jun già nel passato).
Salta fuori anche un misterioso Papà Gambalunga di Instagram, chiamato DoDoSolSolLaLaSol, che supporta Ra Ra emotivamente ed economicamente regalandole addirittura un pianoforte per avviare una scuola di musica.
E chi sarà mai questo misterioso benefattore?
Forse la parte più divertente dell‘intera serie è proprio la ricerca della sua identità, un autentico rompicapo in stile commedia coreana. Ammetto di essere stata convinta che fosse il dottore, visto che tutte le piste portavano a lui e, vorrei dire, se non era lui a che serviva questo second lead? Domande a cui non ci è dato sapere la risposta.
Chiaramente non può mancare l’episodio adrenalinico in cui uno Stalker Con Berretto © pedina e rapisce Ra Ra donandoci un rocambolesco salvataggio con batticuore da parte di Jun.
Ah, questo first lead quanti pregi che ha!
Così cavalleresco,
premuroso, intelligente, mascherato – come?
È lui il misterioso mecenate di Ra Ra?!
Che autentico colpo di scena!
Probabilmente essendo una serie targata Netflix la sceneggiatura era già stata completata al momento delle riprese, eppure non mi fido dei coreani e non sono del tutto convinta che il finale sia rimasto integro durante la fase di montaggio.
Il problema della serie è infatti il drastico cambio di rotta a partire del temutissimo undicesimo episodio nel quale Ra Ra scopre la verità sul passato di Jun e saluta per sempre le scenette comiche oltre che le kawaiissime onde ricce sui suoi capelli.
Jun viene brutalmente catturato dalla madre malvagia e ritorna a Seoul per completare la carriera scolastica. I piccioncini si lasciano, la vita diventa oscura a buonanotte ai glitter e ai mini pony.
Che la tragedia coreana abbia inizio. *musica drammatica*
Passa il tempo e Jun si è diplomato, finalmente è libero di poter frequentare Ra Ra ma… siore e siori, scopre di essere malato di leucemia e per guarire deve trasferirsi negli Stati Uniti dove potrà sottoporsi a delle cure speciali. Ra Ra resta all’oscuro di tutto ciò e pensa che Jun stia semplicemente studiando all’estero.
Poi,
un bel giorno,
Jun
muore.
Sì, avete letto bene: all’alba del sedicesimo episodio, il protagonista muore.
Ah!
Quale allegria!
Spensieratezza!
Vivacità di scene in cui Ra Ra o piange o fissa il vuoto!
Neanche gli scrittori più crudeli del panorama coreano ci credono fino in fondo, decidendo di farlo risorgere negli ultimi dieci minuti dalla fine – che manco a Pasqua – per presentarsi al cospetto di Ra Ra dopo ben cinque anni dalla sua presunta morte e confessarle che era tutta una menzogna per aspettare di guarire completamente prima di poterle chiedere di sposarlo. Fine.
Come scusa?
Sì, quello è il finale.
Perciò torniamo alla domanda principale: perché i drama come Do Do Sol Sol sono importanti?
I drama tonti, per dodicenni & casalinghe annoiate sono a mio parere il miglior balsamo alla frustrazione quotidiana che permea la nostra epoca. Regalano sorrisi, gioia e speranza: ti fanno sentire come se tutto fosse possibile. Le innumerevoli sfortune di Ra Ra non cancellano il sorriso dal suo volto, anzi, attraggono tanti piccoli personaggi secondari che accorrono ad aiutarla.
Il feeling tra i protagonisti è palpabile, e anche se il triangolo fallisce sul nascere, il second lead non si tira indietro fino a quando non viene rifiutato.
Un sociologo più intelligente di me disse una volta che vedere Tom e Jerry rincorrersi e schiantarsi contro muri senza mai rompersi un osso era il miglior modo per sublimare la frustrazione degli operai, e chi sono io per dire il contrario!
Ra Ra, la nostra protagonista scema, orfana, sola e senza una lira, con un fidanzato che muore e resuscita a piacimento ci libera dai cattivi pensieri e compie con il suo obiettivo primario: intrattenere e allietare il pubblico.
(… anche se con qualche neurone in meno).
Neuroni ancora narcotizzati e morire dal ridere per la recensione.
Secondo me la trama non è stata modificata: a ben guardare ci sono indizi e segnali disseminati durante le puntate (vedi i 5 anni dall'attesa della resurrezione che non sono altro che gli anni che ha aspettato il signor Kim prima di sposare l'amata moglie), peccato che il tutto sia stato condensato negli ultimi minuti della serie.